Adeguamento statuti terzo settore, definitiva la proroga
Novembre 26, 2020Cominciamo la nostra rassegna da un articolo pubblicato sul sito cantiereterzosettore.it Con l'approvazione definitiva della conversione del decreto legge sullo stato di emergenza dello scorso 7 ottobre (dl 125), passa l’ulteriore proroga alla scadenza per l’adeguamento degli statuti con maggioranze semplificate per organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e Onlus, in base alle indicazioni della riforma del Terzo settore. Slitta tutto al 31 marzo 2021, bypassando la precedente deadline fissata al 31 ottobre 2020. Lo stesso differimento è disposto anche per le imprese sociali. L’intento è quello di allineare sempre di più la scadenza alla data di operatività del registro unico nazionale del Terzo settore, fissata per la prossima primavera.
Per tutti gli enti non profit quindi, comprese le Odv, le Aps e le Onlus, rimane comunque la possibilità di adeguare lo statuto alle indicazioni previste dal Codice del Terzo settore, con le maggioranze previste dall’assemblea straordinaria (la quale prevede solitamente quorum costitutivi aggravati rispetto a quella ordinaria).
In arrivo un fondo straordinario per gli enti del Terzo settore
Novembre 10, 2020Leggiamo un articolo del cantiereterzosettore.it È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto legge n. 149, meglio conosciuto come Ristori-bis del 9 novembre 2020 che contiene nuove misure in materia di tutela della salute e di sostegno ai lavoratori e alle imprese e giustizia connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Vediamo qui di seguito quali sono le principali misure in vigore dal 9 novembre 2020, di particolare interesse per gli enti non profit.
Un fondo straordinario per gli enti del Terzo settore
È stato istituito il Fondo straordinario per il sostegno degli enti del Terzo settore per interventi in favore delle organizzazioni di volontariato (Odv) iscritte nei registri regionali e delle province autonome, delle associazioni di promozione sociale (Aps) iscritte nei registri nazionale, regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano, nonché delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), iscritte nella relativa anagrafe.
Il fondo, che prevede una dotazione di 70 milioni di euro per il 2021, è gestito dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali che stabilisce i criteri di ripartizione delle risorse del fondo tra le Regioni e le Province autonome, anche al fine di assicurare l’omogenea applicazione della misura su tutto il territorio nazionale.
Una proroga ai versamenti dell’imposte sui redditi e dell’Irap
Inoltre, nei confronti dei soggetti che esercitano attività economiche per le quali sono stati approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale, operanti nei settori economici individuati nell’Allegato 1 al d.l. n. 137/2020, che abbiano domicilio fiscale o sede operativa nelle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto (“zone rosse”) oppure esercenti l’attività di gestione di ristoranti nelle aree del territorio nazionale caratterizzate da uno scenario di elevata gravità e da un livello di rischio alto (“zona arancione”), è prevista la proroga al 30 aprile 2021 del termine relativo al versamento della seconda o unica rata dell’acconto delle imposte sui redditi e dell’Irap, dovuto per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019.
Contributi a fondo perduto per una platea più ampia
Nel Ristori bis, vengono innanzitutto apportate alcune modifiche al decreto n. 137 del 28 ottobre 2020, il Ristori (vedi l’articolo “Coronavirus, i ristori anche per il non profit”).
In quest’ultimo provvedimento, è riconosciuto un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti che, alla data del 25 ottobre 2020, hanno la partita Iva attiva e dichiarano di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici Ateco riportati nell’Allegato 1. A quest’ultimo proposito, il d.l. Ristori-bis integra tale Allegato con nuovi codici Ateco inserendone alcuni nuovi, tra i quali: 85.51.00 “corsi sportivi e ricreativi”, 85.52.01 “scuole di danza” e 91.01.00 “attività di biblioteche e archivi”.
È poi riconosciuto un ulteriore contributo a fondo perduto a favore dei soggetti che, alla data del 25 ottobre 2020, hanno la partita Iva attiva, dichiarano di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici Ateco riportati nell’Allegato 2 al decreto e hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nelle aree del territorio nazionale, caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto (le cosiddette zone rosse).
Continua a crescere il settore non profit in Italia. I nuovi dati Istat (anno 2018)
Ottobre 12, 2020Cominciamo la nostra rassegna da un articolo pubblicato sul sito www.istat.it L’Istat aggiorna al 2018 le informazioni sul numero di istituzioni non profit attive in Italia e sulle loro principali caratteristiche strutturali a partire dai dati del registro statistico. Nella strategia dei censimenti permanenti, avviati dall’Istat nel 2016, il registro è aggiornato annualmente attraverso l’integrazione di diverse fonti amministrative mentre ogni tre anni, l’informazione sul settore viene completata dalla rilevazione campionaria. In tal modo viene garantita sia la necessaria profondità ed articolazione del quadro informativo di carattere strutturale sia l’analisi in serie storica.
Il settore non profit si conferma in crescita
Al 31 dicembre 2018 le istituzioni non profit attive in Italia sono 359.574 e, complessivamente, impiegano 853.476 dipendenti. Il numero di istituzioni non profit aumenta con tassi di crescita medi annui sostanzialmente costanti nel tempo (intorno al 2%) mentre l’incremento dei dipendenti, pari al 3,9% tra il 2016 e il 2017, si attesta all’1,0% nel biennio 2017-2018. Rispetto al complesso delle imprese dell’industria e dei servizi, l’incidenza delle istituzioni non profit continua ad aumentare, passando dal 5,8% del 2001 all’8,2% del 2018, diversamente dal peso dei dipendenti che rimane pressoché stabile (6,9%).
Il Forum Terzo Settore della Sicilia ha scritto una lettera alla Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo ed al Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Giuseppe Provenzano per richiedere un rapido intervento per sbloccare le risorse destinate al Terzo settore, previste dall’art.72 del D.Lgs.117/2017.
A sostegno del Terzo settore siciliano sono state stanziate importanti risorse che tuttavia, ad oggi, risultano ancora in stallo. “I grandi ritardi e l’inefficienza dell’amministrazione regionale – dichiara il Portavoce regionale Pippo di Natale – lasciano presagire che solo nel 2025 riusciremo a utilizzare le risorse disponibili, quando però il Terzo settore avrà pagato un prezzo durissimo, ampliato dalle difficoltà dovute dall’emergenza Covid di questi mesi.”
“Non possiamo essere considerati i ‘fattorini della solidarietà’ – prosegue il Portavoce – lusingati nelle emergenze ma ignorati quando rivendichiamo rispetto e riconoscimento. Questa miopia rischia di mettere in definitiva crisi il Terzo settore isolano e tutto ciò non è più accettabile. Ove dovesse permanere tale situazione, denunciata più volte inutilmente al Dipartimento Famiglia dell’Assessorato Lavoro della Regione Sicilia, ci troveremo a richiedere di non procedere alla ripartizione futura delle risorse destinate alla Sicilia. Crediamo più corretto che a utilizzarle siano le regioni più virtuose, che dimostrano nei fatti di valorizzare il Terzo settore dei loro territori. Cosa che la Sicilia non ha ancora ritenuto di fare.” Così Pippo di Natale.