Proseguiamo con un articolo dal sito cybersecurity360.com, che fornisce varie informazioni in merito all’adeguamento della privacy che anche gli enti del terzo settore, così come le altre realtà, devono completare secondo le indicazioni fornite dal regolamento europeo sul GDPR, ovvero il regolamento generale sulla protezione dei dati.
L’anno appena concluso ha visto l’apportare di alcune modifiche e integrazioni al fine di rendere più chiari principi quali integrità, trasparenza, riservatezza e conservazione dei dati, stabiliti dal regolamento.
In particolare, ha previsto che i dati relativi agli associati possano essere comunicati agli altri associati anche in assenza del consenso degli interessati a condizione che ciò sia previsto dall’atto costitutivo o dallo statuto per il perseguimento di scopi legittimi e che le modalità di utilizzo dei dati siano rese note in sede di rilascio dell’informativa.
Anche la comunicazione e la diffusione dei dati sensibili all’esterno dell’associazione può essere effettuata previa informativa e purché i dati siano strettamente pertinenti alle finalità perseguite.
Altre modifiche riguardano la nomina di un DPO, una sorta di supervisore indipendente, che è obbligatoria per quegli Enti e quelle Associazioni che attuano un monitoraggio sistematico su larga scala dei beneficiari della loro attività principale oppure compiono un trattamento non occasionale di dati relativi a soggetti vulnerabili o trattamenti su larga scala di dati “sensibili”.
21 Gennaio
Di
Roberta
Pubblicato Gennaio 21, 2020
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Ultima modifica il Giovedì, 26 Novembre 2020 16:13
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